• Gio. Apr 25th, 2024

Istat: Turismo d’arte in area urbana. Una proposta di indicatori

DiConfrontiAssisi

Ago 7, 2021

Rendiamo qui disponibile lo studio dell’Istat, pubblicato a gennaio 2020, sulle città caratterizzate da flusso turistico di motivazione artistica: città d’arte.

Da Introduzione – pg. 7 (grassetto e corsivo di ConfrontiAssisi)
“.. Città ad attrazione artistica è intesa in questo lavoro come un’area urbana caratterizzata da elevata concentrazione spaziale di popolazione (numerosità della popolazione che vi dimora) contraddistinta contemporaneamente da un consistente numero di abitanti e di specializzazioni funzionali (economiche e sociali) degli abitanti e dei city users quali utilizzatori intensivi dei servizi della città e pertanto non semplici utilizzatori occasionali. In tali città si presuppone che siano diffusi i servizi dell’indotto turistico (esercizi ricettivi, ristoranti, bar, servizi di prenotazioni alberghiere), servizi artistici e culturali, nonché prodotti dell’industria culturale e creativa. Naturalmente a questi prodotti e servizi accedono residenti, city users abituali e visitatori e turisti per quote di fruizione non facilmente definibili.

Nello specifico, per configurare una città ad attrazione artistica è necessario che la presenza dei turisti all’interno dell’area urbana sia orientata in prevalenza a fruire di beni artistici o archeologici e a vivere un’esperienza ad alta valenza culturale. La città è, pertanto, ai fini dell’analisi che si sta conducendo, l’area morfologica di continuità urbana che deve contenere all’interno del suo centro abitato la maggior parte degli attrattori artistici e culturali che consentono di definirla città a vocazione artistica e contemporaneamente meta turistica. Pertanto, se i principali attrattori artistici di un comune, pur essendo contenuti all’interno dei confini del territorio comunale, non sono collocati all’interno del centro abitato, è probabile che si generi un elevato numero di visitatori di beni artistici ma non necessariamente di turisti.

In questo studio, al fine di identificare un panel di città da sottoporre ad analisi, si è deciso di adottare il criterio di includere i comuni che hanno all’interno del loro centro urbano beni artistici che attirano un elevato numero di turisti. Il presupposto è che se una città offre un’esperienza di fruizione di arte ad un numero elevato di visitatori può generare anche un consistente numero di turisti, che arrivino e pernottino, motivati dalla concentrazione di beni artistici e dal paesaggio urbano in cui i beni sono collocati.

La città artisticamente attrattiva, per essere riconosciuta come tale, deve aver valorizzato le sue potenzialità sia come insieme di strutture culturali da aprire all’utenza del territorio (la città stessa, i comuni della cintura, altri poli artistici in rete corta) ma anche quale attrattore turistico in grado di offrire ospitalità ai fruitori di arte e di bellezza generati dalla sua storia, spesso con sovrapposizioni di strati culturali che ne aumentano la pregnanza esperienziale.

Tale città deve avere consapevolezza di sé in termini di risorse da attivare e deve stimolare forme di produzione di beni e servizi per i fruitori della cultura e un incremento di forme di arte e di esperienze culturali, intese nella più ampia accezione, in quanto non tutti i potenziali turisti sono attratti dalle medesime forme di arte.

Le città che soddisfano i criteri enunciati sono veri e propri manuali di storia dell’arte a cielo aperto e sunti di esperienze politiche e religiose ma anche di conflitti e alleanze tra popoli o tra quartieri. Piccoli o grandi laboratori di esperienze culturali a “immersione”.

Naturalmente il concetto intrinseco di arte può solo essere sfiorato in questa analisi in quanto con la specificazione “d’arte” si fa riferimento alla concretizzazione di forme di cultura che afferiscono alla vita degli abitanti che si sono succeduti nella città e a forme e modellazione di oggetti e manufatti che vi sono stati prodotti.”

***

La definizione di “servizi artistici e culturali, nonché prodotti dell’industria culturale e creativa” viene chiarita nel capitolo 6, nelle relative note e successivamente nel glossario, dove vengono elencati dettagliatamente i codici numerici Ateco delle attività economiche che rientrano nella definizione.
Per agevolare la comprensione, abbiamo qui selezionato dall’Elenco disponibile nell’Indice Pubblica Amministrazione i codici numerici con relativa descrizione, riuniti nel documento pdf scaricabile qui sotto.

***

L’analisi si focalizza su un gruppo di 94 città selezionate secondo criteri metodologici tali da classificare i siti scelti come “città a vocazione artistica”.

Questi i 5 criteri di selezione adottati per formare il panel oggetto dello studio°:

1 – I comuni capoluogo di provincia con almeno un museo all’interno del “centro abitato” nel quale sono stati rilevati, nell’ultima rilevazione Istat Indagine sui Musei e le istituzioni similari, più di 100 mila visitatori.

2 – I comuni capoluogo di provincia sedi di siti Unesco localizzati all’interno del “centro abitato”.

3 – I comuni sedi di siti Unesco localizzati nel “centro abitato” con più di 100 mila visitatori totali, rilevati nell’ultima rilevazione Istat Indagine sui Musei e le istituzioni similari.

4 – I comuni capoluogo di provincia definiti come località turistica di interesse artistico*

5 – I comuni non capoluogo di provincia definiti località turistica di interesse artistico, con più di 100 mila visitatori totali.*

La città di Assisi rientra tra quelle selezionate in quanto rispondente al criterio n° 3.

In Umbria rientrano nel panel anche Perugia, criterio n°1, Spoleto, criterio n° 3 e Orvieto e Gubbio, con il n° 5.

° pg. 11
* si usa qui la locuzione “Località turistica di interesse artistico” mutuandola dal codice utilizzato nel record della rilevazione Istat 2017-18 “Movimento dei clienti negli esercizi ricettivi”.

Scarica qui sotto lo studio direttamente dal sito ISTAT

https://www.istat.it/it/files//2021/01/Turismo-arte-area-urbana.pdf

Scarica qui sotto l’Elenco codici Ateco Industria Culturale in pdf

Fonte: https://www.istat.it/it/archivio/252531