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L’arte e la sua fruizione al tempo della pandemia. Arte, fede e turismo dopo Covid19

DiEnrico Sciamanna

Mar 28, 2021

– Abstract –

L’arte che sta mutando il suo volto, con artisti che frequentano ambiti espressivi nuovi, diversi, inaspettati, favorisce la sua fruizione secondo processi alternativi al tempo della pandemia, poggiando su canali finora riservati ad altre forme di comunicazione.

Con l’inaccessibilità dei luoghi reali della fede e dell’arte, acquistano valore quelli virtuali, che grazie a “concessioni” da parte dei gestori e a sistemi di riproduzione e di comunicazione, hanno per le sensibilità attuali lo stesso tipo di impatto estetico ed emotivo. Inoltre predispongono a un utilizzo non diretto.

Succedanei di opere realizzati con procedimenti all’avanguardia, si affiancano agli originali e possono dialogare con questi, grazie alla scienza e alle tecnologie sinergiche con l’arte, perché è già accaduto in passato ed è facile prevedere che così accadrà. Di fronte a nuovi problemi, nuovi strumenti qui e nel mondo. Occorre prepararsi ad una mutazione soft, ma non lenta: la rapidità è una caratteristica dei tempi e l’urbanistica al servizio reale delle città e delle relazioni sarà imprescindibile. E, se si vogliono trarre vantaggi sul piano turistico, occorre, in sinergia pubblico privato, formare il personale per il turismo esperienziale.

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Enrico Sciamanna

Critico d'arte di Micropolis