Adattamento dell’intervista organizzata nel giugno 2020 dalla Società A. Fortini. Intervistano Paolo Ansideri, Gabriele Caldari, Claudio Baldoni
Abstract
Per analizzare le paure collettive derivate da fenomeni catastrofici come eventi terroristici, sismici o pandemici è necessario suddividerli in due tipologie: quelli dipendenti da cause naturali o da azioni umane.
Per le naturali la reazione psicologica è caratterizzata dal fatalismo mentre per le catastrofi antropiche si generano sentimenti di rabbia, o persecutori con la conseguente necessità di porre fuori di sé l’angoscia, personificandola in un soggetto determinato.
L’angoscia di morte è il limite insuperabile, ineludibile e comune a questi fenomeni.
Durante le catastrofi, la funzione terapeutica di massa viene assolta spesso dall’informazione che svolge il compito di conforto e protezione. Nel terremoto del 1997, ad esempio, la presenza delle divise militari significava la presenza dello Stato con funzione simbolica di rassicurazione e tutela.
In tempo di pandemia invece, la comunicazione corrente, caratterizzata dal proliferare di opinioni divergenti tra esperti, incrementa quel senso di angoscia. È in questo contesto che assume importanza l’informazione dell’Istituzione garante di autorità.
Ma una comunicazione per essere rassicurante, non deve negare il problema, ma riconoscendolo ne deve indicare le eventuali forme di contenimento.
Nel caso del turismo quindi andrà progettata un’informazione che non ometta il riferimento al Covid.
Bene ha fatto la Regione Umbria a proporsi come Ente autorevole anziché lasciare questo compito a singoli soggetti. Non è sufficiente però esporre la bellezza dell’Umbria, è necessario invece che la Regione dica: “Qui il Turismo è Covid compatibile”.
In questo senso potrebbe contribuire l’ipotesi di un marchio di certificazione per le imprese dell’accoglienza in cui il sistema sanitario certifica la rispondenza delle strutture alle misure anticovid.
L’Umbria può essere modello di un turismo dell’intimità, dell’esperienza personale, non di massa, in una cornice di compatibilità con l’emergenza Covid in quanto garantita dal sistema sanitario regionale.
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