– Sintesi –
Noi assisani non vogliamo più agire insieme, ormai suddivisi in categorie sociali nelle quali ognuno invoca proprie soluzioni di vita e lavoro. Il terremoto coronavirus fa parlare solo di turismo assente, negozi chiusi ed economia in passivo.
La città, monumenti, palazzi e basiliche, non soffre di particolari pericoli se non quello, temibile, che essi vengano intaccati da mani indifferenti all’arte plurisecolare, mani sempre pronte al trasformismo. I suoi abitanti residenti sono invece sull’orlo dello smarrimento e della cancellazione anagrafica: il punto nascita inutile, l’età dei residenti ben oltre il pensionabile, le famiglie presenti nel centro storico in “caduta libera” a cui il virus ha dato uno sfoltimento drammatico.
Se volessimo fare un censimento, divideremmo gli Assisani in:
Artisti: non sempre sott’occhio della cultura cittadina, pronta a piangerli e incoronarli appena fra le 4 tavole. Indifferenti: spesso benestanti e acculturati, vivono previlegiando il loro punto di vista e a chi è loro pari.
Dimenticati: coloro che in questa pandemia si sono ritrovati con la loro attività turistica bloccata e il cassetto delle vendite vuoto.
Invisibili: non si fanno vedere, né si nascondono, te ne devi accorgere del loro male, la miseria.
Giovani: è il capitale umano della nostra comunità, a loro appartiene il futuro e non può essere impedita la loro parola e azione per programmarlo.
Cos’è essere assisani oggi? Uno sguardo al Francesco della Spogliazione aiuta a rispondere: essere coerenti con il testamento spirituale di Assisi e cercare di abitare in una città che è unica al mondo, non tanto per l’attrattiva turistico-economica, ma per cercare di offrire un’immagine di vita migliore realizzata in Assisi.
Le frazioni del nostro Comune sono oggi chiuse in sé stesse o indifferenti al centro città in una situazione sociale di grave divisione. Perché non tentare quella stessa strada di Spogliazione, sentirsi cioè uno e non tanti diversi, per la ricostruzione della nostra comunità?
Suggerirei tre capoversi, per azzerare le individuali aspirazioni e insieme scrivere la Costituzione di Assisi: ambiente naturale, ambiente sociale, ambiente spirituale
Chi guiderà la Città, anche se non osservante, accolga in sé l’insegnamento di Colui che questa Città l’ha fatta unica al mondo: Francesco.
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