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L’incontro con il lebbroso. Una diversa versione per il rilancio della città di Assisi

DiRoberto Sannipola

Ago 7, 2021

– Sintesi

Il presente contributo può rappresentare una voce fuori dal coro, il cui obiettivo non è quello di disturbare, piuttosto quello di provare ad elencare alcune mancanze della città, con coraggio, con umiltà e, si spera, con oggettività, sottolineando, al contempo, alcune proposte vocate al cambiamento.
Una sfida difficile: una crisi è sempre una risorsa, se si è in grado di diagnosticarla e di volgerla al positivo; i colpi inferti sono stati autentiche mazzate, capaci di togliere il fiato: terremoti, crisi e involuzioni internazionali, pandemie, e altro.

È tuttavia onesto rilevare che Assisi conosce da molti anni una crisi strutturale interna che l’ha portata ad una carenza sempre maggiore di competitività.
Non si può trovare sempre un alibi a tutto, demandando le responsabilità all’incapacità degli altri, al destino baro e assassino, alla classe politica…

Un corpo sociale omogeneo, una collettività, un Popolo, ha un istinto di conservazione e di perpetrazione della propria identità e della propria specie che deve andare oltre le fatalità, la rassegnazione di un determinismo tecnologico, scientifico, istituzionale, burocratico, ecc.

Al contrario, tutte le volte che una comunità ha trovato la forza interiore per volgere al positivo la propria infelice situazione ha posto le condizioni per invertirne il processo.

Un individuo, da solo, non può nulla: ci vuole una nuova compattezza, una nuova società civile che si rimetta in moto e che sopravanzi tutti questi ostacoli e cambi modi di vedere, paradigmi culturali, sociali, economici, con chiarezza di prospettiva e unità di intenti.

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