Il Governo Prodi nel 1993, con D.L. n° 331/93 (convertito in Legge n° 427 del 29 ottobre 1993), introdusse nel sistema di controllo fiscale i cosiddetti “Studi di settore”, aboliti successivamente nel 2019 dal Ministro Tria con il primo governo Conte.
Gli studi di settore sono elaborazioni statistiche volte alla classificazione omogenea delle attività economiche in base ad indicatori e parametri applicati alle diverse categorie e codici Ateco. Con questa classificazione l’Agenzia delle Entrate aveva a disposizione dei modelli di riferimento in base ai quali era possibile stimare i risultati medi di esercizio per le categorie soggette a studi di settore.
Lo stesso strumento era utile ai contribuenti per rilevare eventuali incongruenze tra il proprio reddito e quanto formulato dagli studi: il rilievo dell’incongruenza poteva essere anche motivo di accertamento fiscale da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Periodicamente sono stati elaborati vari aggiornamenti per l’adeguamento di indicatori e parametri variati nel tempo.
Per le attività turistico alberghiere l’ultimo “aggiornamento della territorialità” risale al 2000 (provvedimento del 26/02/200, pubblicato in Gazzetta Ufficiale n° 67 del 21/02/2000) con adeguamento ai dati statistici 1997-99: i primi dati di riferimento dopo l’approvazione della legge erano del 1994-97.
I gruppi territoriali turistico-alberghieri, individuati come omogenei in quanto assimilabili a identiche caratteristiche della domanda e dell’offerta turistica, sono 14.
Molto interessante rilevare che il Gruppo 2 “Città d’arte di piccola dimensione” comprende solo la città di Assisi.
Il documento pubblicato in questo articolo è l’Allegato 1 – Nota tecnica e metodologica. Aggiornamento della territorialità delle attività turistico-alberghiere, relativo ai dati 1997-99.
Lo stesso aggiornamento includeva l’Allegato 1.A. – Elenco per regione dei Comuni e dei relativi gruppi territoriali di appartenenza.
L’Allegato 1 risulta ancora oggi importante perché è una delle basi metodologiche utilizzate per la legge n° 77 del 17 luglio 2020, con cui sono state approvate misure urgenti di sostegno all’economia in seguito all’emergenza Covid19.
Tra le varie categorie Ateco anche il comparto turistico è stato oggetto di tali misure e per questo l’art. 182 della stessa legge ha individuato nell’Istat il soggetto cui demandare la classificazione delle attività economico turistiche, sulla base della quale procedere allo stanziamento finanziario secondo criteri di omogeneità.
Il presente articolo è quindi collegato all’articolo Classificazione dei comuni in base alla densità turistica dell’Istat, pubblicato in questo sito, che recepisce questo aggiornamento dell’Agenzia delle Entrate, inserendolo tra gli altri utilizzati per compilare le Tavole di classificazione dei comuni italiani per densità turistica che in qualche modo sostituisce ed attualizza al 2018 quell’Allegato 1.A della Classificazione turistica territoriale fermo ai dati 1997-1999.
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Articoli collegati: Istat: Classificazione dei comuni italiani in base alla densità turistica.